Roberto Innocenti
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due parole su roberto innocenti


Anche agli inizi della mia vicenda c'era molto fango. Fango alluvionale, quello dell'Arno, che si portò via ogni traccia della mia esistenza fino a quel 4 novembre 1966. Tutti i miei disegni, i fumetti, Le foto, le pagelle scolastiche e i giornaletti di Paperino, lasciandomi come nuovo e nullatenente ad affrontare quanto restava del Novecento. Ma era un fango diverso, che consentiva, negli spazi dimenticati dal cemento, di indagare col lapis su ipotesi che promettevano piccoli rinascimenti estetici e colorati pieni di immagini, atti a consentire la sopravvivenza a chi - ricusate le zappe lucidate dalle zolle o le feroci catene di montaggio - pur senza titolo alcuno, poteva dedicarsi a fantasie utilizzate in modo presumibilmente redditizio da interessate committenze. L'illusione confortata da visibili segni di gradimento, fu alimentata e considerata perfino di pubblica utilità, fino agli inizi degli anni '80, arenandosi poi davanti alla muraglia del profitto senza estetica/ per dichiarata inutilità. Infatti, prima che la Gioconda esistesse, nessuno ne aveva avvertita la mancanza. Anch'io produco qualcosa di cui non c'è alcun bisogno. Nessuno sente l'assenza del libro che non ho ancora disegnato, nemmeno io. L'illustrazione è l'ultima utilizzazione del disegno superstite degli anni '80, a meno che i tre decenni successivi non siano altro che la loro coda fossilizzata, come la noia lascia supporre. Invidio la Letteratura, che può arrivare più nel profondo, ma l'illustrazione è privilegiata poiché non ha bisogno di traduzioni per passare le frontiere. L'amor di Patria, come tutti gli altri, è relativo. Non ha senso se la mamma ti butta nel cassonetto, se la Patria ti esclude dallo Stato Sociale, che è l'unico vero segno d'appartenenza. Mi ritengo molto fortunato, invece di sentirmi figlio di nessuno sono stato adottato dall'Estero; un posto dai vasti orizzonti dove ci si potrebbe sentire soli, se non incontrassimo tanti ragazzi e ragazze con lo stesso idioma, contenti d'essere altrove a cercare una vita possibile. Un'indignazione abituale ormai sterilizzata mi ha colto guardando con le mie nipotine una trasmissione per i pargoli , farcito di pubblicità ad essi rivolta. Spaleremo fango ancora per molto tempo, prima che torni la stagione dei colori e delle immagini senza orchi, senza secondi fini e inganni. Ma sarà così, perché tutti ne abbiamo bisogno. Se non servono a riempire panini, pazienza.

Roberto Innocenti

Roberto Innocenti ©2014